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Biomeccanici in Italia - Lombardia, Varese (VA): 6 domande a Giuseppe De Servi di StudioBiomecOnline
Cyclingpropassion: Strumenti Biomeccanica ciclismo - Bike Fitting
Pubblicato da StevePro in Biomeccanici in Lombardia · Venerdì 23 Ago 2024
Tags: BiomeccaniciIntervisteLombardia
Giuseppe di StudioBiomecOnline
c/o MACCHI CICLI - Via cascina bosco grosso, 41 - 21020 - Mornago (VA)

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe De Servi di StudioBiomecOnline, bike fitter specializzato in Biomeccanica che esegue bike fit test in presenza, a domicilio ed online, ponendogli 6 domande sul suo lavoro e la sua esperienza nel settore da oltre vent'anni.

Giuseppe, è un esperto di biomeccanica ed appassionato di ciclismo fin dall'infanzia. Con oltre vent'anni di esperienza nel settore, ha studiato e ricercato costantemente nuove tecniche per migliorare la posizione in sella e sfruttare al meglio la potenza del ciclista. Grazie alla sua passione e competenza può aiutare ad eliminare fastidi limitanti e raggiungere gli obbiettivi di performance.

Approfondiamo i suoi punti di vista attraverso 6 domande incisive che parecchi ciclisti si fanno, per capire meglio la sua prospettiva e le sue motivazioni.

1. Perché è importante per un ciclista, sia amatoriale che professionista, sottoporsi a una visita specialistica di biomeccanica e a che intervallo di tempo dovrebbe essere ripetuta?
R : È importante per risolvere eventuali problematiche presenti: fastidi, dolori ed infiammazioni riconducibili alla pratica del ciclismo, per evitare che si possano presentare queste problematiche e naturalmente per migliorare la propria performance in bicicletta.
Per ciò che riguarda la frequenza: sarebbe corretto eseguire il test prima di acquistare una nuova bici, in modo da evitare le problematiche indicate poco sopra e poi i test a seguire ogni volta avvengono dei cambiamenti importanti: infortuni (anche non legati alla bicicletta ma che ne possono limitare la pratica), cambio "importante" del peso in più oppure in meno e modifica del grado di flessibilità.
Io consiglio max 2 anni dall'ultimo test, eseguire un test di controllo.

2. Quali sono i tre punti chiave, in ordine di importanza, che consideri durante l'analisi del Ciclista prima di iniziare la visita biomeccanica?
R : La sua storia, cioè da quanto pedala, con che frequenza, quanti km all’anno. Se esistono problematiche a livello di posizione (dolori) o di performance. Se la posizione di tacchette ed assetto sono un fai da te oppure regolate a seguito di bikefit test.

3. Qual è il maggior problema riscontrato dal Ciclista che lo porta a sottoporsi all’analisi biomeccanica? Cosa chiede di risolvere?
R : Dolori a livello cervicale, lombare e formicolio alle mani e/o ai piedi.

4. In percentuale, quanti sono i ciclisti che si sottopongono alla visita biomeccanica per migliorare la performance e quanti per risolvere fastidi e dolori?
R : L'80% per risolvere fastidi e dolori, il 20% richiedono di aumentare la performance.

5. Amatore che proviene dall’impostazione “fai da te” della propria bici: dopo l’assetto impostato da un Professionista alla visita biomeccanica, quanto tempo trascorre prima che il ciclista apprezzi appieno i benefici della nuova posizione di pedalata?
R : Se la posizione non è eccessivamente stravolta praticamente subito, altrimenti occorrono 300/400km.

6. Quale fascia di età presenta la maggior richiesta per la visita biomeccanica?
R : 45-60 anni.

Un’ultima domanda fuori scaletta. Posso notare che, confrontandomi con diversi professionisti, i parametri fondamentali per l'analisi del ciclista in sella sono solitamente gli angoli generati durante la pedalata. Tuttavia, ritengo che l'interpretazione dei dati raccolti sia la chiave per ottenere il giusto setup delle varie regolazioni, come sella, manubrio e tacchette. Ogni professionista utilizza il proprio metodo di riferimento per il Centro Anatomico della Sella (BRP), anche se questo può variare a seconda del tipo e del marchio della sella.
Vuoi dirci la tua opinione in merito all’argomento?
R : Gli angoli sono molto importanti, ma si deve valutare la posizione sia sul piano sagittale, che frontale, che posteriore per avere un quadro completo del comportamento del corpo del ciclista durante la pedalata, a partire dall’oscillazione del bacino fino ad arrivare a come le mani impugnano il manubrio.





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