Biomeccanici in Italia - Lombardia, Vigevano (PV): 6 domande a Marco Gatti di Bici Lab
Pubblicato da StevePro in Biomeccanici in Lombardia · Lunedì 27 Mag 2024
Tags: Biomeccanici, Interviste, Lombardia
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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Marco Gatti, professionista con un decennio di esperienza nel settore della biomeccanica applicata al ciclismo, nonché fondatore e proprietario di Bici Lab a Vigevano (Pavia).
Marco, anno 1975, è stato un nuotatore di buon livello, poi passato per passione al mondo dello sport di endurance (running, ciclismo, triathlon). Al suo attivo ha diverse partecipazioni amatoriali alle classiche del nord e diverse Ironman. Nasce professionalmente come informatico fino a che un incontro casuale con Davide Cassani nel 2004 gli cambia la vita. Si appassiona sempre di più di biomeccanica, postura, fisiologia fino lasciare il suo lavoro d’ufficio per operare nel mondo dello sport.
Approfondiamo i suoi punti di vista attraverso 6 domande incisive che parecchi ciclisti si fanno, per capire meglio la sua prospettiva e le sue motivazioni.
1. Perché è importante per un ciclista, sia amatoriale che professionista, sottoporsi a una visita specialistica di biomeccanica e a che intervallo di tempo dovrebbe essere ripetuta?
R : Controllare la posizione ciclicamente è molto importante. Sia per chi cerca la prestazione ma anche per chi cerca solo il benessere e vuole pedalare a lungo senza problemi. La nostra postura, la nostra individualità deve essere analizzata e capita per poi avere una posizione in sella personalizzata sulle nostre esigenze e capacità. Per questo è importante rivedere la posizione dopo 1 anno e mezzo o 2, perchè la nostra postura cambia nel tempo.
2. Quali sono i tre punti chiave, in ordine di importanza, che consideri durante l'analisi del Ciclista prima di iniziare la visita biomeccanica?
R : Analisi del ciclista e delle sue caratteristiche, bontà dei dati rilevati, capacità di analisi di una discreta mole di dati.
3. Qual è il maggior problema riscontrato dal Ciclista che lo porta a sottoporsi all’analisi biomeccanica? Cosa chiede di risolvere?
R : I problemi sono molteplici ma sono tutti riconducibili all'avere un assetto non adeguato alla propria postura. Ad esempio: mal di schiena e/o collo con un assetto race.
4. In percentuale, quanti sono i ciclisti che si sottopongono alla visita biomeccanica per migliorare la performance e quanti per risolvere fastidi e dolori?
R : In Bici Lab, dove abbiamo investito in strumentazione e formazione per analisi della postura, il parco clienti è sbilanciato verso chi cerca di risolvere problemi. Potrei dire un 80% contro un 20% di chi cerca solo il miglioramento prestazionale.
5. Amatore che proviene dall’impostazione “fai da te” della propria bici: dopo l’assetto impostato da un Professionista alla visita biomeccanica, quanto tempo trascorre prima che il ciclista apprezzi appieno i benefici della nuova posizione di pedalata?
R : Dipende da quanto era abituato alla posizione sbagliata. La maggior parte delle volte il feedback positivo è quasi immediato. Nei casi più “cronicizzati” ci sono voluti 3-4 mesi.
6. Quale fascia di età presenta la maggior richiesta per la visita biomeccanica?
R : Negli ultimi anni si è abbassata l'età media. Mentre prima erano quasi tutti over 45, ora tanti ragazzi intorno ai 30-35 anni.
Un’ultima domanda fuori scaletta. Posso notare che, confrontandomi con diversi professionisti, i parametri fondamentali per l'analisi del ciclista in sella sono solitamente gli angoli generati durante la pedalata. Tuttavia, ritengo che l'interpretazione dei dati raccolti sia la chiave per ottenere il giusto setup delle varie regolazioni, come sella, manubrio e tacchette. Ogni professionista utilizza il proprio metodo di riferimento per il Centro Anatomico della Sella (BRP), anche se questo può variare a seconda del tipo e del marchio della sella.
Vuoi dirci la tua opinione in merito all’argomento?
R : Io vado un po' controcorrente. Se lavorassimo di angoli e basta, l'assetto ottenuto sarebbe uguale per tutti perdendo la personalizzazione. Io mi sono dotato di sensori di elettromiografia di superficie. Questi mi servono per vedere in maniera precisa le attivazioni elettriche dei muscoli di pedalata e quindi vedere se la pedalata è corretta e non genera squilibri.
Inoltre, è un’analisi fondamentale, insieme all'analisi 3d con camere, per identificare le asimmetrie dx e sx e quindi poterla correggere. Tutte cose che con un’analisi 2d fatta su di un lato non si possono sapere.
Il BRP è una convenzione. Potrebbe essere 70 mm di larghezza, 72 mm o anche 80 mm. L'importante è che ne scegliamo una e ragioniamo sempre su quella e soprattutto che sia riproducibile su tutte le selle. Ci sono selle, infatti, dove purtroppo il BRP non coincide con quello di altre selle.... e qui subentra il professionista che studia le selle e lo ricalcola di conseguenza.
PS: per fortuna queste selle molto particolari non sono particolarmente diffuse.